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In realtà credo che l'arte visuale sia sempre stata per me uno strumento e non un fine. Uno strumento si potrebbe dire "metascientifico" per indagare, sul piano estetico, gli aspetti sottili e sensibili dell'essere e del suo contesto. Anche il mio procedere per progetti, spesso con autonomia di linguaggio espressivo, denota un atteggiamento "tecnico" verso una disciplina umanistica (se disciplina si può ancora definire l'arte visuale oggi!). Il mio essere architetto quindi penso mi abbia condizionato non solo riguardo agli argomenti da trattare ma anche sulle procedure da adottare per svilupparli.